1770 Simona Grossi Articoli
9 luglio, 2018

Gestione e pianificazione, l'economia circolare come standard aziendale

E' indubbio che oggi non si possa più continuare senza un sistema di gestione dei rifiuti in grado di avere una pianificazione e un'ottica a 360 gradi. Una gestione circolare del sistema, cioè, in grado di prevedere il riutilizzo del materiale in successivi cicli produttivi e di consumo, minimizzandone al contempo gli sprechi.

L'economia circolare è più collaborativa, ha alla sua base non tanto la proprietà e il prodotto come tali, ma il loro uso e la loro funzione.[1]

Bisogna mantenere un approccio ecosistemico, che consideri l'intero sistema (ambientale, ma anche gestionale e operativo) come collegato e in stretti rapporti di causa-effetto. Prestando attenzione ad ogni passaggio in modo che progettazione, produzione, consumo e trattamento finale siano il più possibile virtuosi e poco impattanti sull'ambiente.[2]

Giuseppe Grossi nel tempo ha saputo tirare in piedi un Gruppo in grado di intervenire in ognuna di queste fasi, operando con il massimo dell'attenzione e con le migliori innovazioni tecnologiche.

Mediante le società controllate, infatti, Green Holding si occupa del trattamento, dello smaltimento, delle bonifiche ambientali e della valorizzazione energetica dei rifiuti.[3] Il tutto, naturalmente, non sarebbe possibile senza un approccio integrato e sinergico.

Un approccio che si basa sulla consapevolezza di dover dare una spinta a questa etica ambientale, rimodellando il nostro modo di consumare per non perdere mai di vista il focus sull'ambiente. Anche e soprattutto da parte delle imprese, concentrarsi sull'innovazione tecnologica e sulla regolazione delle certificazioni in base agli standard europei si rende un'azione non solo indispensabile da un punto di vista etico, ma anche profittevole sul piano economico.

Questo perché il Parlamento Europeo ha da poco approvato quattro direttive per il recupero dei materiali, la gestione degli scarti, l'inquinamento e lo spreco alimentare, con l'obiettivo di generare un risparmio per le aziende stimato intorno ai 600 miliardi l'anno, 140 mila nuovi posti di lavoro e un abbattimento di 617 milioni di tonnellate di cO2 entro il 2035.[4]

L'indicazione del passaggio da un'economia lineare a un modello circolare più progettuale ed intelligente è chiara da parte dell'Europa. E' un concetto che le nostre imprese, le nostre istituzioni e in primis noi come persone dobbiamo portare avanti, premiando ed incentivando qualsiasi contributo a questa grande causa che è il nostro ambiente, consapevoli del fatto che remando tutti assieme si potrà arrivare ad una realtà più lungimirante e equilibrata.

Simona Grossi